Elettromiografia: come funziona e quando è richiesta
L’elettromiografia (EMG) è un esame utile nella diagnosi delle radicolopatie (ad es. ernie discali), plessopatie (traumatiche , infiammatorie), nella compressione dei tronchi nervosi (sindrome del tunnel carpale, tarsale, del canale cubitale etc), delle polineuropatie, come le polineuropatia diabetica, infiammatoria, tossica, carenziale, e nelle miopatie sia congenite (distrofie muscolari ) che acquisite (miositi, malattie del motoneurone, etc.). L’applicazione di piccole scosse elettriche sulla cute in corrispondenza dei nervi periferici permette di studiare la conduzione dei nervi sia di tipo motorio che sensitivo, valutando la velocità, la latenza e l’ampiezza delle risposte ottenute. Con l’utilizzo di sottili aghi elettrodo monouso inseriti nei muscoli si studia l’attività elettrica muscolare che permette di distinguere tra quadri di sofferenza muscolare di tipo primitivo o secondari a lesioni dei nervi o dei neuroni di moto.
L’esame EMG va considerato un ampliamento e completamento dell’esame clinico, e quindi deve essere sempre preceduto da una adeguata ed approfondita valutazione clinica che deve portare ad una specifica ipotesi diagnostica: questo permette all’esaminatore di concentrarsi sui distretti anatomici interessati, di ridurre i tempi dell’esame (abitualmente di circa 30 minuti), il disagio del paziente e soprattutto di arrivare ad una diagnosi precisa.
L’esame è abitualmente ben tollerato, non richiede alcuna specifica preparazione da parte del paziente , da evitare l’applicazione di creme od unguenti sulla cute che renderebbero di difficile esecuzione l’esame per la dispersione dello stimolo elettrico. Nessuna limitazione alla guida dopo l’esame. E’ necessario informare l’esaminatore sulla presenza di pace maker, epilessia, o sull’utilizzo di farmaci anticoagulanti.
All’ambulatorio di Elettromiografia si accede con l’impegnativa del curante o dello specialista (specificando nella richiesta lo studio delle velocità di conduzione motoria, sensitiva o l’esame dei muscoli in numero adeguato, almeno 8 prestazioni) in cui risulti un chiaro quesito diagnostico, meglio se accompagnato da una valutazione clinica specialistica , nonché da eventuali esami neurofisiologici
Nel video il dott. Paolo Buzzi, neurologo dell’Ospedale Montecchi di Suzzara, mostra come funziona lo strumento e ne illustra i casi di utilizzo.
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